Namasté Zenine,
vi è mai capitato di leggere la descrizione di un cosmetico e di non aver capito alcuni termini? A me è capitato spesso! Ecco perché ho pensato di creare un piccolo glossario cosmetico che racchiude i termini e le sigle più diffuse nel mondo della cosmesi. Dai termini più comuni (come idratante e addolcente) a quellli più difficili (come cheratolitico e rubefacente).
infine, un brave spazio anche alle sigle più comuni: dall'INCI al PaO, fino al pH!
Glossario dei termini più utilizzati in Cosmesi
Come in ogni campo, anche nella cosmesi ci sono termini specifici che sembrano comprensibili solo agli “addetti ai lavori” che è utile conoscere per capire che tipo di prodotto stiamo acquistando e se fa o meno al caso nostro.
Ci sono però anche parole molto familiari, che spesso sentiamo o leggiamo quando si parla delle proprietà di un cosmetico e delle sue funzioni. Il termine “idratante” è per esempio molto comune, ma sappiamo davvero cosa significa e qual è la sua utilità?
Andiamo a scoprirlo insieme con questo piccolo ma utile glossario dei termini cosmetici!
Addolcente: si definisce in questo modo un prodotto molto delicato, dotato di proprietà rinfrescanti e ammorbidenti. In genere, sono prodotti consigliati per la cura della pelle sensibile e delicata, tendente alla secchezza. Ad esempio, hanno proprietà addolcenti gli idrolati e i tonici a base di camomilla, malva o calendula.
Antiaging/antiage: probabilmente il termine più diffuso in cosmesi (mi manca solo il dentifricio antiage!). Sinonimo di antirughe, fa riferimento a sostanze in grado di prevenire o ridurre l’invecchiamento della pelle. Te lo dico subito: non esiste un prodotto in grado di fermare i segni del tempo! Tuttavia, ci sono antiage efficaci e multifunzionali che agiscono attraverso vari meccanismi. Come si fa a prevenire o a ridurre le rughe? Idratando e ammorbidendo la pelle (prima di tutto, la pelle deve avere la giusta quantità di acqua!); contrastando i radicali liberi; stimolando il microcircolo; favorendo l'elasticità (una pelle elastica è quella tonica, non cede). Possono essere definiti antiage: l’acido jaluronico, il retinolo, l’elastina, il collagene. Ci sono anche altri tipi di antiage, come lo spilantolo, principi attivo contenuto nell'acmella oleracea (noto come Relax Rides), che agisce rilassando la muscolatura: è un miorilassante (mio=muscolo).
Antiedematoso: è una sostanza capace di stimolare il drenaggio e la rimozione dei liquidi stagnanti, chiamati appunto edemi. Hai presente la sensazione di gambe gonfie e pesanti? Ecco, in quel caso è presente un ristagno di liquidi (edemi) e i prodotti che ne favoriscono l'eliminazione sono detti anti-edematosi. Questi prodotti si usano per contrastare la ritenzione idrica, la cellulite e le borse sotto gli occhi (tutte problematiche correlate ad una cattiva circolazione). Potresti leggere questo termine su una crema o un integratore a base di bromelina (contenuta nel gambo di ananas), uno degli antiedematosi naturali più noti.
Antimicotico: è un prodotto in grado di contrastare le micosi, ovvero le infezioni provocate da funghi (compresi i lieviti). Si usa ad esempio nei prodotti antiforfora (la forfora è spesso causata da un fungo) o nei preparati contro le micosi della pelle e delle unghie. Antimicotico naturale per eccellenza è l’olio essenziale di tea tree.
Antiossidante: questo termine indica sia le sostanze che impediscono l’irrancidimento e l’ossidazione di un cosmetico (un esempio è il tocoferolo), sia la capacità di un prodotto di prevenire i processi ossidativi e quindi l’invecchiamento cellulare (in questo caso si usa anche il termine “antiradicalico”).
Antisettico: indica quelle sostanze che impediscono o rallentano lo sviluppo dei microbi in modo da prevenire o contrastare un’infezione. Comunissimi antisettici sono l’acqua ossigenata o l’alcool etilico che usiamo per disinfettare una ferita. Tra gli antisettici naturali più noti ci sono: l’olio essenziale di tea tree e di lavanda.
Antitraspirante: si usa spesso parlando di deodoranti in quanto indica la capacità di un prodotto di ridurre la quantità di sudore. Agisce disattivando momentaneamente le ghiandole sudoripare. Un esempio sono i Sali di alluminio. Non vanno confusi con i deodoranti, che invece hanno la semplice funzione di coprire i cattivi odori senza influenzare la produzione di sudore.
Chelante: indica la capacità di una sostanza di catturare i metalli (ad esempio rame o ferro) che in un cosmetico possono causarne l’irrancidimento o modificarne alcune caratteristiche.
Cheratolitico: si tratta di sostanze capaci di demolire la cheratina della pelle, delle unghie o dei peli, causandone la rottura. Un esempio sono gli esfolianti che ammorbidiscono e sciolgono lo strato corneo causando un distacco della pelle e le creme depilatorie che invece causano la rottura e il distacco dei peli. Noti cheratolitici sono l’acido salicilico e l’urea, usati per la loro azione esfoliante. Trattamenti con sostanze cheratolitiche si usano anche per la cura di calli e duroni, in quanto permettono di ridurre gli ispessimenti causati da un’eccessiva produzione di cheratina (ipercheratosi).
Comedogeno: è un prodotto che, applicato sulla pelle, ostruisce i pori causando la formazione di punti neri (comedoni) e brufoli. Generalmente si tratta di sostanze ricche di acidi grassi (oli e burri vegetali) che sono sconsigliati per chi ha già la pelle grassa e untuosa.
Condizionante: si utilizza principalmente quando si parla di prodotti per capelli (shampoo, balsami, maschere o leave-in), riferendosi a sostanze con effetto anti-statico. Aiutano a togliere il crespo, a mantenere la piega e a districare i capelli, migliorandone la pettinabilità.
Decongestionante: è un prodotto che elimina la congestione (un accumulo, un intasamento). Una congestione si verifica quando si ha un aumento del flusso. In ambito cosmetico, si può avere un aumento di flusso di sangue in una zona del corpo: la pelle appare così arrossata. Una crema decongestionante limita l’afflusso di sangue in quell’area e attenua il rossore. Un tipico esempio di decongestionate è l’amamelide. Prodotti decongestionanti (come olio essenziale di eucalipto, timo o menta) si usano anche contro l’accumulo di muchi, che causano raffreddore e naso chiuso (congestione nasale).
Depigmentante: viene usato come sinonimo di schiarente, riferito a particolari sostanze utilizzate nelle formulazioni cosmetiche con lo scopo di schiarire le macchie della pelle o - in alcuni casi - il colore dei capelli). Queste sostanze determinano una perdita della pigmentazione, ovvero della colorazione. Un esempio di depigmentanti sono gli acidi: acido mandelico, acido cogico, acido ascorbico (Vitamina C). Ci sono anche altre sostanze in grado di attnuare la pigmentazione cutanea. L'alfa arbutina è un agente depigmentante in grado di prevenire la formazione di macchie scure provocate dai raggi UV e dall'invecchiamento (eh sì, con l'avanzare dell'età, si possono avere macchie cutanee). Altro attivo depigmentante è il glutathione, un ingrediente utilizzato in cosmesi per la sua capacità di ridurre la produzione di melanina: il pigmento delle macchie scure (e anche quello che ci dona l'abbronzatura! Ci piace solo se la colorazione è uniforme però...).
Dermatologicamente testato: genericamente indica che il cosmetico è stato sottoposto a test cutanei sotto la supervisione di uno o più dermatologi, per studiarne la tollerabilità sulla pelle.
Emolliente: viene spesso usato come sinonimo di ammorbidente e indica un prodotto (generalmente sostanze grasse come gli oli vegetali) che impedisce o limita la desquamazione e la secchezza della pelle, riducendo la perdita di acqua. Gli emollienti eliminano gli indurimenti e rendono la pelle più liscia, elastica e morbida. Il termine può essere riferito anche a capelli, peli, barba e labbra.
Emulsione: è uno dei termini più usati in cosmesi poiché è alla base di qualsiasi crema o fluido. In parole semplici, un’emulsione è l’unione di due parti che tra di loro non sono mescolabili (in chimica si dice che non sono miscibili) come l’olio e l’acqua. Nelle emulsioni una delle due parti viene dispersa nell’altra sotto forma di goccioline. Ad esempio nelle emulsioni olio in acqua (indicate anche come O/W - ovvero Oil in Water), la fase oleosa viene dispersa in acqua; mentre nelle emulsioni acqua in olio (W/O – Water in Oil) avviene il contrario. Grazie all’uso di un emulsionante entrambi gli elementi vengono perfettamente miscelati. Un esempio di comunissima emulsione? La maionese!
Eudermico: si riferisce a sostanze e prodotti che migliorano lo stato fisiologico della pelle e la sua funzionalità. Un prodotto che fa bene alla pelle favorendone il suo naturale funzionamento.
Film idro-lipidico: è lo strato superficiale che riveste la pelle come una sorta di pellicola. Si chiama idro-lipidico in quanto formato da grassi e acqua. Al 95% è composto da sebo (prodotto dalle ghiandole sebacee) e da lipidi (grassi) epidermici insieme ad una fase acquosa che comprende anche il sudore. Questa "pellicola" è davvero fondamentale: ha lo scopo di proteggere la pelle dalle aggressioni ambientali, da agenti patogeni e batteri e di preservarne l’idratazione.
Filmogeno: sostanze capaci di creare una pellicola (visibile o invisibile) su pelle, unghie e capelli dopo la loro applicazione. Svolgono sia una funzione protettiva che estetica e si trovano ad esempio nelle creme solari, nei prodotti per capelli (come lacche e gel) e nel make up (specie quello a lunga durata) oppure nei lucidalabbra. Tra i filmogeni più usati ci sono il collagene e l’elastina.
Fitocosmesi: è un ramo della cosmesi che utilizza quasi totalmente ingredienti e principi attivi di origine vegetale (dal Greco Phyton = pianta) come estratti di piante, oli essenziali, oli e burri vegetali, acque aromatiche, tinture madri ecc. sostituendoli alle sostanze di derivazione chimica o animale.
Fotosensibile: si tratta di prodotti suscettibile alla luce (dal greco Photos=luce). Esposto alla luce solare, un prodotto fotosensibile si deteriora o si ossida, cambiando colore e consistenza e perdendo una parte delle sue proprietà. Un esempio è la vitamina C: la'cido ascorbico è si deteriora molto velocemnte alla luce. Non vanno confusi con le sostanze fotosensibilizzanti (vedi sotto).
Fotosensibilizzante: con questo termine si indicano sostanze che, applicate sulla pelle, possono causare reazioni avverse (fototossiche) con l’esposizione ai raggi UVA: vesciche, ustioni, macchie, eruzioni cutanee. Fotosensibilizzanti sono alcuni oli essenziali (quelli agrumati: bergamotto, limone e mandarino); alcuni tipi di profumi e gli acidi (acido mandelico, salicilico e glicolico) che non vanno usati quando ci si espone al sole. Massima attenzione quindi se usi cosmetici che contengono queste sostanze durante il giorno!
Idratante: sono prodotti e sostanze capaci di aumentare il contenuto di acqua della pelle e di diminuirne la perdita in modo da mantenere il giusto tasso di umidità e di ricostituire il film idrolipidico (vedi sopra). I cosmetici idratanti hanno un elevato contenuto di sostanze idrofile (cioè, che trattengono l'acqua): sali minerali, allantoina, glicerina ed urea, capaci di contrastare la disidratazione cutanea (una delle principali causa della comparsa di rughe).
Idrorepellente: sono prodotti che respingono l’acqua o qualsiasi soluzione acquosa. Un esempio sono le creme solari resistenti all’acqua; oppure alcune creme mani con effetto barriera spesso usate dai parrucchieri o meccanici per proteggere la pelle ad agenti molto irritanti. L’idrorepellente più noto in cosmesi è il silicone.
Idrosolubile: indica una sostanza che si scioglie in acqua, in soluzione acquosa o in un gel. Gli infusi e gli idrolati sono ottenuti ad esempio estraendo i principi idrosolubili di una pianta, cioè solo quelli che si sciolgono in acqua. In ambito cosmetico tra le sostanze idrosolubili ci sono il pantenolo e la vitamina C, mentre tra quelle che non si sciolgono in acqua ci sono gli oli essenziali. È importante sapere se gli ingredienti usati per preparare un cosmetico sono solubili o no in soluzioni acquose, affinché la formulazione risulti omogenea e amalgamata.
Igroscopico: è una sostanza in grado di assorbire l’acqua presente nell’ambiente (umidità). Un esempio di sostanza igroscopica diffusissima è il sale. In cosmesi invece sono igroscopiche tutte le sostanze umettanti (vedi voce nel glossario) come la glicerina.
Ipoallergenico: indica un prodotto formulato con ingredienti a basso rischio di allergie. In genere sono prodotti privi di conservanti, nichel, alcol o profumi, ovvero sostanze che più frequentemente possono causare reazioni cutanee e ipersensibilità. Usare un prodotto ipoallergenico non vuol dire essere esenti dal rischio di allergie: nessuna formulazione è completamente anti-allergica.
Lenitivo: usato come sinonimo di calmante o antiarrossante. I prodotti lenitivi (ad esempio doposole o dopobarba) hanno la capacità di attenuare le irritazioni e sono destinati principalmente alla pelle sensibile e delicata e alla cute dei bambini. Sostanze lenitive sono ad esempio gli estratti di malva, calendula e camomilla.
Liftante: deriva dall’inglese “to lift” ovvero “sollevare”, indicando la capacità di un cosmetico di “tirare” e distendere la pelle, agendo così sui cedimenti cutanei e sulle rughe. L’effetto è solo temporaneo ma se il prodotto contiene anche sostanze antirughe, si possono avere miglioramenti a lungo termine. Esempi di attivi liftanti sono l’acido jaluronico, la bava di lumaca e il sodio DNA.
Liposolubile: una sostanza che si scioglie nei grassi (lipidi), quindi anche negli oli. Gli estratti liposolubili, meglio noti come oleoliti, sono ttenuti dalla macerazione delle parti di una pianta in olio vegetale, in modo da estrarre i principi attivi che si sciolgono nei grassi. In cosmetica sono liposolubili tutti gli oli e alcuni tipi di vitamine (come la vitamina A e la Vitamina E/tocoferolo.
Opacizzante: è un termine usato nei prodotti destinati alla pelle grassa e mista in quanto indica la capacità di un prodotto di eliminare l’effetto lucido. Le sostanze opacizzanti assorbeno il sebo in eccesso e rendono la pelle più asciutta e opaca. Un esempio sono le argille o la polvere di riso, oppure attivi come la Niacinamide (Vitamina PP o B3).
Patch test: è un test che si esegue generalmente sull’avambraccio e che permette di attestare la sicurezza dei cosmetici e di verificare la tollerabilità cutanea. Il termine Patch, ovvero “cerotto” indica che per effettuare il test va tenuta coperta la zona monitorata, applicando la sostanza da testare e lasciandola agire per 48 ore. Al termine si valuta la reazione della pelle. È un test indispensabile, da fare ogni volta che usiamo un prodotto o un ingrediente nuovo!
Restitutivo: è un termine generico riferito all’azione di un prodotto in grado di restituire alla pelle le sostanze carenti o rimosse, migliorandone l’aspetto e la funzionalità. Un prodotto sebo-restitutivo, ad esempio, aiuta a reintegrare i lipidi necessari per la fisiologica funzione di pelle o capelli.
Riepitelizzante: è un prodotto che ristabilisce l’integrità del tessuto epiteliale, ovvero lo strato cellulare che riveste la superficie esterna (la pelle) e gli organi del corpo umano. I prodotti riepitelizzanti favoriscono quindi la formazione di nuovi strati di cellule in caso di tagli, ferite e lesioni. Noti riepitelizzanti sono: l'aloe vera, la bava di lumaca, l’iperico, l’echinacea e l’allantoina.
Rubefacente: sono sostanze che, applicate sulla pelle, ne causano l’arrossamento determinando un aumento del flusso sanguigno in quella zona. Tali prodotti favoriscono la dilatazione dei vasi sanguigni trasmettendo una forte sensazione di calore che dona sollievo dalle infiammazioni. Sono per questo spesso usati nelle creme contro dolori muscolari, contusioni, contratture o nevralgie. Alcuni rubefacenti molto comuni sono la canfora e l’arnica.
Seboregolatore: ovvero capace di riequilibrare la produzione di sebo sia della pelle che del cuoio capelluto. Un prodotto cosmetico in realtà non è in grado di agire sulla secrezione del sebo (che spesso è influenzata anche da fattori ormonali), ma può rendere l’aspetto della pelle meno untuoso. Quest’azione è esercitata ad esempio da alcuni idrolati come quello di rosmarino o di timo e dalle argille.
Tensioattivo: si tratta di un composto che, essendo affine sia all’acqua che ai grassi, viene usato per far interagire due sostanze non mescolabili tra di loro: un liquido con un altro liquido (ad esempio acqua e olio); un solido o con un gas. Il tensioattivo interviene abbassando la tensione superficiale di un liquido (ovvero la forza che lo mantiene coeso) in modo che questo possa miscelarsi facilmente con un’altra sostanza. I tensioattivi vengono per questo usati nei detergenti in quanto permettono il mescolamento di acqua e sporco (che è una sostanza grassa) favorendo la detersione, e inseriti come agenti schiumogeni poiché emulsionano un liquido con un gas (l’aria), creando appunto la schiuma. Quello dei tensiattivi è un argomento davvero vasto! Sei cusrioso e vuoi saperne di più? Leggi la nostra guida!
Tessuto connettivo: è un tessuto presente in ogni parte del corpo umano (come tendini, muscoli, derma e legamenti) con la funzione di connettere e supportare altri tessuti, proteggere ed isolare gli organi creando un’impalcatura e “legare” lo scheletro ai muscoli. Un esempio di tessuto connettivo è la cartilagine. Tra le fibre che lo compongono ci sono il collagene e l’elastina che, nel caso della pelle, la rendono più elastica e tonica.
Umettante: Si riferisce a sostanze igroscopiche che, legandosi all’acqua presente nella formulazione cosmetica (come gel o creme), aiutano a mantenerne la giusta umidità, evitando che si secchino in superficie. Gli umettanti svolgono la stessa funzione anche sulla pelle, preservandola dalla disidratazione. Un noto esempio è la glicerina.
Vasoprotettivo: ovvero capace di protegge i vasi sanguigni prevenendo e trattando una serie di disturbi come vene varicose, emorroidi, insufficienza venosa o capillari fragili. Tra i vasoprotettori naturali più diffusi ci sono: il rusco, la vite rossa e la centella. Usati sotto forma di tintura madre, oleoliti o infusi, sono tra gli attivi naturali cui fare ricorso per migliorare la circolazione.
Sigle più comuni in cosmesi
Oltre a parole vere e proprie, sull'etichetta e nella descrizione di un cosmetico si trovano sempre sigle e acronimi incomprensibili. Può capitare che diamo per scontato il suo significato. Ma sappiamo davvero cosa indica?
Eccone alcune tra le sigle più comuni in cosmesi
CI: significa Colour Index e indica i coloranti presenti in un cosmetico. È seguito da un numero di varie cifre che identifica il tipo di colorante (es.: CL 77492 è l'ossido di ferro di giallo). Di solito si trovano alla fine degli INCI in quanto contenuti in piccole quantità rispetto al resto degli ingredienti.
INCI: la sigla completa è International Nomenclature for Cosmetic Ingredients. In poche parole, è la lista degli ingredienti presenti in quel prodotto. È generalmente scritta in inglese mentre i termini botanici sono indicati in latino. Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente: da quelli presenti in maggiori quantità fino a quelli con percentuali più basse. Se la percentuale è inferiore all’1%, vengono elencati in ordine sparso.
NMF: ovvero Natural Moisturizing Factor (fattore naturale di idratazione). È una miscela di amminoacidi, acido lattico, urea e altre sostanze idrosolubili presenti nella pelle al fine di garantire il giusto tasso di idratazione. Una sua riduzione, dovuta ad esempio a lavaggi con detergenti aggressivi o solventi, causa secchezza e invecchiamento cutaneo precoce. Molte aziende producono cosmetici con NMF ricostruito che, replicando la sua funzione, sono in grado di apportare un’estrema idratazione alla pelle.
PaO: è l’acronimo di Period after Opening, ovvero "periodo dopo l’apertura". Indica per quanto tempo dopo l’apertura il cosmetico risulta sicuro e non perde le sue caratteristiche come proprietà, consistenza o colore. Sulle etichette è rappresentato da un contenitore aperto dove è indicato un numero con una M, che indica appunto la durata espressa in Mesi.
= il prodotto conserva le sue caratteristiche fino a 12 mesi dall'apertura
pH: si traduce come “potenziale idrogenionico” e indica la quantità di ioni H+ disciolti in una soluzione acquosa, che determinano il suo grado di alcalinità o di acidità. Si misura attraverso degli appositi indicatori (come le cartine tornasole) in una scala da 0 a 14 (7 è neutro. un pH maggiore di 7 è alcalino, minore di 7 è acido). Il pH cutaneo si riferisce ai livelli di acidità o alcalinità della pelle, che in condizioni fisiologiche ha un valore tra 4.5/6.5, che però varia a seconda della zona del corpo. Usare cosmetici con un pH adeguato ad ogni area è molto importante per preservare la barriera cutanea e le sue funzioni. Facciamo un esempio: una crema viso bilanciata dovrebbe avere un pH tra 4.5 e 5.5, in quanto la pelle del viso ha un pH che si aggira sui 4.7; se la crema ha un pH maggiore può causare irritazioni, arrossamenti o secchezza, soprattutto perché si tratta di un prodotto che rimane a lungo sulla pelle.
PPD o PFD: indica la parafenilendiamina, ovvero un colorante utilizzato nelle tinte per capelli, negli hennè non puri o in alcuni tatuaggi temporanei. Si tratta di una sostanza che può causare severi episodi allergici e dermatiti da contatto.
TEWL: la Trans Epidermal Water Loss si traduce come “perdita di acqua transepidermica” e indica la quantità di acqua che evapora attraverso i pori della pelle. È un fenomeno fisiologico del tutto normale se rientra in certi parametri, al contrario se il valore è alto, indica una disfunzione dello strato corneo, che non riesce a controllare l’evaporazione di acqua. Si verificano così fenomeni di disidratazione in quanto la pelle perde acqua più velocemente.
Spero che questo glossario ti sia utile per destreggiarti meglio nel vasto mondo della cosmesi! Quando ti capita di leggere un termine “strano”, non farti prendere dal panico, cercalo qui oppure suggeriscilo nei commenti!